lunedì 31 marzo 2014

Il Parco della Burcina (BI) torna ai suo splendore


Il parco della Burcina, oggetto di polemiche sul suo stato di manutenzione, sta tornando ai suoi tradizionali splendori, soprattutto, grazie all’aiuto di alcuni soggetti del territorio che hanno deciso di credere, in questa importante porzione di patrimonio paesaggistico. A dare il sostegno maggiore è stato, la Fondazione Crb, la quale ha stanziato un fondo di 25mila euro.
Altri 3.050 euro sono poi stati stanziati per la posa nel Parco di appositi cartelli segnaletici per far conoscere l’importante sito archeologico interno, testimonianza dell’età del Bronzo e l’età del Ferro.
Grande soddisfazione per il sostegno della Fondazione è stata espressa dal presidente dell’Ente Parco,
Paolo Avogadro, che spiega: «In questo periodo stanno partendo i lavori stagionali nella conca dei
rododendri e nella zona a monte del viale panoramico. Avremo supporto, oltre che dalla Fondazione, anche dal gruppo Ana. Inoltre, grazie agli operai forestali della regione Piemonte, stiamo sistemando i sentieri in molti punti, proseguendo un progetto iniziato a novembre
». E conclude: «L'apporto finanziario della fondazione è per noi fondamentale. L'auspicio è che Crb continui a sostenere la specificità e la biodiversita del Parco Burcina. Anzi: che aumenti il proprio impegno per sostenere in toto il progetto presentato dall'Ente lo scorso luglio».

fonte: Eco di Biella

venerdì 21 marzo 2014

VILLADOSSOLA - Taglio vegetazione nel torrente Ovesca

Sono terminati i lavori relativi al taglio della vegetazione in alveo e sulle difese spondali nel torrente
Ovesca, nel tratto compreso fra il ponte della strada provinciale ed il ponte ferroviario della linea Domodossola - Novara.
L'intervento, eseguito per regolarizzare il deflusso delle acque, assume particolare rilevanza al fine di prevenire eventuali rischi idrogeologici. I lavori, richiesti dal Comune di Villadossola, sono stati eseguiti dalle squadre Forestali della regione Piemonte, in collaborazione fra il Settore gestione proprietà forestali di Vercelli ed il Settore decentrato opere pubbliche e difesa assetto idrogeologico di Verbania.
Nel caso dei lavori eseguiti nell’alveo del torrente Ovesca, non avendo un mezzo adatto, le squadre forestali si sono avvalse della preziosa collaborazione della protezione civile della Regione Piemonte che ha messo a disposizione un camion con sollevatore telescopico e personale specializzato.

fonte: Eco Risveglio Ossola (VB)

mercoledì 19 marzo 2014

Pronti, partenza...

riceviamo e pubblichiamo:
Amici stagionali, la prima settimana di aprile o al massimo l'inizio della seconda...
non prendete impegni...

sabato 15 marzo 2014

ATTUALITA' - Approvata la legge sulla montagna

E' la legge n.373, era necessaria per far fronte alla situazione che si è creata dopo l’abolizione delle 48 Comunità montane in seguito ad una legge nazionale; proprio per questo motivo tra il pubblico che ha seguito la seduta consiliare di oggi erano presenti una cinquantina di sindaci con la fascia tricolore.

Con la nuova norma i Comuni montani, aggregandosi tra loro avendo territori contigui, costituiranno le Unioni montane. I nuovi enti esercitano insieme alcune funzioni tipiche previste dalle legge: sistemazione idrogeologica ed idraulico-forestale, economia forestale, energie rinnovabili, opere di manutenzione ambientale, difesa dalle valanghe, turismo in ambiente montano, artigianato e produzioni tipiche, mantenimento dei servizi essenziali, servizio scolastico, incentivi per l'insediamento nelle zone montane.

La costituzione delle Unioni montane era urgente perché entro il prossimo 26 maggio tutti gli organi delle vecchie Comunità montane decadranno (creando non pochi problemi per la continuità amministrativa e per il personale dipendente). Inoltre era necessario che fossero costituiti questi enti sovrazonali per poter accedere ai Fondi europei, i cui bandi sono in scadenza.

La nuova legge ha anche ripristinato il Fondo regionale per la montagna che sarà alimentato ogni anno con i proventi dell’Irap, dei diritti di escavazione per cave e miniere, dell’uso delle acque pubbliche e minerali e dell’addizionale regionale sul gas metano.

venerdì 14 marzo 2014

Pecco (TO), l'appello del Sindaco


Un albero caduto su un'auto in transito, piante finite sulle linee elettriche altre precipitate su strade poi chiuse al traffico. Accadeva nei mesi scorsi sulle strade in Valchiusella a causa del vento e della neve pesante. L'amministrazione comunale di Pecco. «Nei giorni scorsi - spiega il sindaco Michele
Gedda -, insieme con i colleghi della giunta, ho effettuato un sopralluogo lungo le strade comunali e vicinali del nostro territorio, proprio per individuare gli alberi ritenuti a rischio di caduta e che pertanto potrebbero mettere a repentaglio l'incolumità delle persone, oltre a costituire intralcio al traffico automobilistico.»
Per questo il Comune di Pecco lancia un appello ai proprietari dei fondi confinanti con le strade stesse affinché provvedano all'abbattimento delle piante di rispettiva competenza. «Se i legittimi proprietari non interverranno nel giro di trenta giorni, sarà cura della nostra amministrazione disporre il taglio degli alberi ritenuti pericolosi» dice ancora il sindaco.
Intanto sulla strada provinciale 65, quella che da Pecco scende al lago di Alice, da alcuni giorni è all'opera una squadra di operai forestali regionali, impegnata nell' abbattimento di alberi lungo la carreggiata, proprio per la sicurezza della viabilità.

fonte: La Sentinella

mercoledì 5 marzo 2014

Ecosistema Rischio, Legambiente boccia Serravalle (AL)


Sono ben 1.049 i comuni del Piemonte in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico,l’87% del totale. In 160 comuni piemontesi sono presenti abitazioni in aree a rischio frana e in prossimità di alvei, in tali zone, in 111 amministrazioni piemontesi, sorgono impianti industriali pericolosi. In 31 Comuni, sono state costruite in aree a rischio idrogeologico addirittura strutture come scuole, ospedali, centri commerciali. E in 43 Comuni sono presenti interi quartieri in zone esposte a pericolo di frane e alluvioni.
Questo  il quadro che emerge da “Ecosistema Rischio”, il dossier annuale di Legambiente e Dipartimento
della Protezione Civile che mette ancora una volta in luce quanto sia pesante nel nostro Paese l’urbanizzazione delle aree più fragili. Il rapporto, diffuso pochi giorni fa e giunto ormai alla sua decima edizione, ha preso a campione 205 amministrazioni comunali piemontesi. «I dati relativi all’urbanizzazione delle aree a rischio sono sostanzialmente confermati di anno in anno – dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte – Non c’è stata un’inversione di tendenza, anzi, si è continuato a costruire anche in zone a rischio».
Le amministrazioni comunali del novese e dell’ovadese sono state però sostanzialmente promosse. Nella classifica di Legambiente non arriva ala sufficienza solo Serravalle Scrivia (5,75 il voto).
È però in miglioramento, dopo il sonoro 2 del 2010.
I parametri di valutazione che i tecnici hanno utilizzato sono stati: attività di manutenzione ordinaria delle sponde dei corsi d’acqua e delle opere di difesa idraulica, organizzazione del sistema locale di protezione civile, presenza di case, industrie o altre strutture sensibili in aree a rischio idrogeologico.

fonte: il Novese

martedì 4 marzo 2014

Dissesto idrogeologico nel Novese (AL)


Gli scienziati parlano di riscaldamento globale, di clima impazzito. I meteorologi di bombe d’acqua, di tropicalizzazione del mar Mediterraneo.
Le associazioni ambientaliste da tempo hanno puntato il dito contro il dissesto idrogeologico e la cementificazione selvaggia, che riduce la capacità del terreno di assorbire la pioggia. Il nostro Paese, a ogni evento meteo “estremo”, sprofonda in un mare di fango e di polemiche. Scarsa la prevenzione, scarsa la capacità di controllo e di gestione del territorio, alla fine ci si ritrova a spendere le poche risorse a disposizione per interventi di emergenza che lasciano il tempo che trovano. Ne sono un esempio gliallagamenti menti che si sono verificati in Piemonte (soprattutto nelle provincia di Alessandria) il 25-26 dicembre 2013 e tra il 17 e il 19 gennaio di quest’anno. Pochi giorni fa, la Regione Piemonte ha diffuso un rapporto sui danni che le piogge di quei giorni causarono un po’ dappertutto.
Lo scopo? Migliorare le opere di difesa del suolo? Forse. Per ora, però, il dossier elaborato dalla Direzione Opere Pubbliche servirà soprattutto a sostenere la causa del Piemonte, che ha chiesto al governo la dichiarazione dello stato di emergenza per quegli eventi. Servirà, cioè, a chiedere soldi
per il ripristino delle strutture danneggiate.
La relazione, dunque, è tutta incentrate sui danni causati dal passaggio della perturbazioneatlantica Dirk e sui necessari interventi della Protezione Civile. I tecnici della Regione ripercorrono quei momenti: si comincia con il 26 dicembre, quando a Fresonara si segnala il cedimento dellasponda del rio Acqua Nera, mentre l’Orba a Basaluzzo superava la soglia di attenzione. A Fraconalto una frana
si portava via decine di metri della strada comunale Frecce-Tegli, isolando due frazioni, e a Molini saltavano i collegamenti telefonici. Frane anche
sulla provinciale delle Capanne di Marcarolo, a Bosio, Mornese a Voltaggio,in località Ruzzo. A Gavi veniva evacuata la casa del custode del Lago Cortese a rischio allagamento, e chiusoil guado per Bosio-Parodi.
Tanti i danni che si vennero a creare anche in val Borbera. A Sorli, frazione di Borghetto, una frana di crollo aveva coinvolto un’abitazione causando fortunatamente solo danni al tetto, ma costringendo la famiglia allo sgombero.
Sempre una frana aveva interessato la provinciale tra Borghetto e Garbagna. A Vignole, la frana lungo la comunale Variano-Castello, già chiusa al traffico, si era ulteriormente ampliata mettendo a nudo una tubatura dell’acquedotto.
A Cantalupo, segnalati problemi lungo la strada comunale Prato-Vendersi in sponda destra del torrente Rivanaro. A Grondona movimenti franosi lungo la sponda del torrente Dorzegna, lungo la strada comunale Sasso-Lemmi e sulle strade comunali Sezzella e Formighezzo.
Cantine allagate a Borghetto Borbera per innalzamento della falda. A Novi Ligure ad esempio si era allagato un caseggiato dell’Atc di via Ovada per l’intasamento di un collettore fognario. 
Problemi ai sottopassi e sulla strada provinciale per Cassano-Villalvernia.
A Basaluzzo era stata chiusa per allagamento la strada provinciale per Predosa e a Cassano Spinola era stata chiusa la provinciale che porta a Stazzano. Sempre a Stazzano, frane in località Mulino di Sotto con
ostruzione del Rio Vargo e lungo la strada comunale della Capanna.
Come si diceva, una lunga elencazione di danni. Dalla quale però la Regione ha provato almeno a trarre qualche conclusione. Ad esempio, quella che «la vulnerabilità del territorio è confermata soprattutto in concomitanza di intenso utilizzo dei suoli».
Per quanto riguarda l’alessandrino, c’è un problema in più: le frane continuano lentamente a muoversi e la misura reale dei danni «sarà pienamente valutabile solamente nei due-tre mesi a venire». Le cosiddette frane “a cinematica lenta” «non comportano generalmente condizioni di rischio per le persone, ma gli effetti sugli abitati, le infrastrutture e le reti viarie, potrebbero rivelarsi gravi».
Infine il capitolo soldi. La Regione Piemonte infatti spiega che «nella gran parte dei casi gli oneri necessari per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e la mitigazione del rischio per le popolazioni trascendono le capacità economiche delle singole amministrazioni. Come noto, infatti, i comuni piemontesi, hanno dimensioni, popolazione, e di conseguenza risorse, estremamente limitate». 

Una posizione condivisa dall’assessore provinciale ai lavori pubblici, il novese Graziano Moro: «Il Nord Ovest è in dissesto idrogeologico, credo sia il caso di chiedere a Renzi di stoppare il finanziamento per il secondo lotto dei lavori del Terzo Valico e di impegnare quei soldi per riassestare il territorio». «Le Regioni non hanno più il becco di un quattrino», ha concluso Moro.
Più chiaro di così.

  fonte: il Novese

lunedì 3 marzo 2014

Canone d'affitto alla Diocesi per i forestali

La Regione ha autorizzato il pagamento di 743 euro relativo al canone annuo di affitto dei terreni siti in località Montecapraro di Fabbrica Curone per il periodo dal 15 novembre 2012 al 15 novembre 2013 all'istituto diocesano per il sostentamento del clero della Diocesi di Tortona. I terreni sono utilizzati per le attività delle squadre forestali operanti nella provincia di Alessandria.

fonte: Sette Giorni Tortona